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lunedì, ottobre 25, 2010

I gatti stanno bene

AGOSTO 2004

CARI FANS,

È STATO UN ANNO PRIMA INTENSO E POI NO. BENE IN ENTRAMBI I CASI. FINO ALL'ULTIMO DELL'ANNO (10:30 PM) HO GIRATO DIETRO L'ANGOLO (ESCE OTT-NOV) NEL NUOVO MESSICO. POI, DURANTE L'INVERNO, ROMANCE AND CIGARETTES DI JOHN TURTURRO CON LA GRANDE SUSAN SARANDON E JAMES GANDOLFINI. POI IN PRIMAVERA UN SIMPATICO FILM CON OWEN WILSON E VINCE VAUGHN SU DUE IMBUCATI AI MATRIMONI, 2 SINGLE A NOZZE. A LA E IN ALCUNI BEI POSTI NEL MARYLAND.

POI È ARRIVATA LA PARTE NON TANTO INTENSA. HO FINITO 2 SINGLE A NOZZE AGLI INIZI DI GIUGNO E ADESSO SIAMO A METÀ AGOSTO ED ECCOMI QUI DISOCCUPATO. MI BUTTEREI GIÙ DALLA FINESTRA DELLO SCANTINATO MA TEMO CHE MI ROMPEREI IL NASO. HA HA.

È STATA UNA BELLA ESTATE ANCHE SE MOLTO CALDA E PIOVOSA NEL NORD EST. HO LETTO DEI BUONI LIBRI E GUARDATO UN MUCCHIO DI CHARLIE ROSE.

GRAZIE, CANDY ROSENBAUM, PER IL PEZZO SU RUTGER HAUER. MI È STATO SUBITO SIMPATICO. È UN ATTORE FANTASTICO E UN MARINAIO PROVETTO. SPERO DI LAVORARE ANCORA CON LUI.

QUESTO AUTUNNO MI DICONO CHE CI SONO ALCUNE OPPORTUNITÀ DI LAVORO MA CI SARÀ ANCHE LA PROMOZIONE DI DIETRO L'ANGOLO E VARIE ALTRE COSE.

SPERO STIATE TUTTI BENE E GRAZIE, CANDY, PER AVER ORGANIZZATO TUTTO QUESTO.

I GATTI STANNO BENE, I MEI PIÙ CARI SALUTI A TUTTI.

CHRIS WALKEN

Lettera agli ammiratori dell'Online Christopher Walken Fan Club.


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lunedì, ottobre 18, 2010

Pescini in :-(

"Stiamo per entrare in un periodo molto pescino. Molto nettunino. Molto Nettuno in Pesci. E ci resteremo fino al 2024. Lo dicevano alla radio."
Ernesto M. da Twitter.

lunedì, ottobre 11, 2010

The shed is a shed



7 HANOVER TERRACE
REGENT'S PARK
LONDON N.W.1
AMBASSADOR 9393

4 novembre 1966

Egregio Professor Seaman,

Sono lieto di apprendere dell'interesse della Classe 5A per IL CUSTODE. Risponderò alle sue domande con molta franchezza.

i) I documenti di Davies si trovano a Sidcup perché è lì che stanno.
ii) Il suo nome è falso perché se l'è inventato.
iii) I due fratelli si vedono poco perché si incontrano di rado.
iv) Aston continua ad aggiustare le sue spine elettriche perché gli piace.
v) Quando esce a camminare, cammina.
vi) Il monaco insulta Davies perché non gli piace.
vii) Davies non ama la gente di colore.
viii) Non vuole ammettere di fare rumori strani, la notte.
ix) Il Buddha è un Buddha.
x) Il capanno è un capanno.

Le assicuro che queste risposte alle vostre domande non hanno intenzioni umoristiche.

I miei migliori saluti a tutti voi.

Cordialmente,

Harold Pinter

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mercoledì, ottobre 06, 2010

Good luck anyway


"Secondo me è una maledetta vergogna che un settore potenzialmente dinamico e vitale come il giornalismo sia infestato da tanti idioti, scrocconi e scribacchini, afflitto da miopia, apatia e autocompiacimento e generalmente intrappolato in un pantano di stagnante mediocrità. Se con il 'Sun' intendete prendere le distanze da tutto questo, penso che mi piacerebbe lavorare per voi.

Mi sono occupato soprattutto di giornalismo sportivo ma posso scrivere di tutto dalla propaganda bellicista a erudite recensioni librarie.

Se serve sono disposto a lavorare 25 ore al giorno in cambio di un salario ragionevole e non mi importa un fico secco di sicurezza lavorativa, intrighi d'ufficio e grane personali.

Meglio il sussidio di disoccupazione che scrivere per un giornale di cui mi debba vergognare.
La Columbia Britannica non è dietro l'angolo ma il viaggio non mi dispiacerebbe.

Se pensate di potermi impiegare mandatemi due righe.

Altrimenti buona fortuna comunque.

Distinti saluti."

Dalla lettera di Hunter S. Thompson al "Vancouver Sun", 1° ottobre 1958.
Non lo presero.

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giovedì, settembre 16, 2010

Un fallimento chiamato allegria

E allora io pensai di nuovo a Estridentópolis, ai suoi musei e ai suoi bar, ai suoi teatri all'aperto e ai suoi giornali, alle sue scuole e ai suoi dormitori per poeti erranti, a quei dormitori dove avrebbero dormito Borges e Tristan Tzara, Huidobro e André Breton. E rividi sua eccellenza il generale mentre parlava con noi, lo rividi mentre beveva appoggiato alla finestra, lo vidi ricevere Cesárea Tinajero che arrivava con una lettera di raccomandazione di Manuel, lo vidi leggere un libricino di Tablada, forse quello in cui don José Juan dice: "Sotto il celeste tremore / delira per l'unica stella / il cantico dell'usignolo". Come dire, ragazzi, dissi, che vedevo gli sforzi e i sogni, tutti confusi in un unico fallimento, e che questo fallimento si chiamava allegria.
Roberto Bolaño, I detective selvaggi, Sellerio 2003. Traduzione di Maria Nicola.

Incongruamente e fuori tempo massimo, esigo il mio fallimento fatto di sogni e sforzi, il mio personale comma 22, il tonfo allegro da circo o comica o cartone animato con braccia roteanti e piedi che pedalano nel vuoto prima della caduta, e la gente che fa oh e subito dopo però si mette a ridere. Lo voglio così tanto da rischiare il peggio che mi possa capitare: non fallire affatto.

giovedì, luglio 22, 2010

Tutti

"Confessate! Si vede benissimo che siete tutti idraulici!"

L'arrabbiatissima signora Thwomp a Mario e Luigi in Mario e Luigi fratelli nel tempo.

mercoledì, giugno 03, 2009

456 occhi

Due fotografi del giornale passarono una settimana nella casa di Don Orione a fotografare, uno per uno, i mutilatini e venne lanciata la prima sottoscrizione. Il giornale usciva con strani titoli, che dicevano, per esempio, così: “Occorre mezzo milione — per comprare 456 occhi” oppure: “In tre — una mano sola” e nella fotografia, sotto, tre bambini in circolo, un’unica mano, che pareva grandissima, afferrava l’occhio del lettore, se lo inchiodava addosso. Arrivarono alcuni milioni; a forza di cinquecento, mille, duemila, cinquemila lire, le offerte del pubblico anonimo, della gente della strada. I nomi di alcuni mutilatini diventarono popolari: Bruno Pellegrina, per esempio, piccolo contadino di Campoformido, fotografato nell’atto di portarsi una mela alla bocca, coi due moncherini inguainati in una fodera di cuoio: aveva bisogno delle pinze che gli sostituissero le mani, alla maniera di Harold Russel, il macellaio di Boston, protagonista de I più begli anni della nostra vita, il film che in quei giorni riempiva le platee dei cinema; Vittorio Moré, pastorello di Valmasino, ridotto con una sola mano, una sola gamba e un unico occhio, che tuttavia s’arrangiava a rilegare libri; e la fotografia lo aveva fissato così, col volto intento, chino sulla costola d’un volume, a sorvegliare, con l’unico occhio, il lavoro dell’unica mano.

Roberto De Monticelli, Cercava milioni per comperare mani, “Epoca”, VII, 284, 11 marzo 1956.


mercoledì, novembre 02, 2005

Il selvaggio dolore di esser uomini

Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d’esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.

Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d’amore,
se non d’un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v’hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.

Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l’antico, vergognoso segreto
d’accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.

Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!

Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
– nel vostro odio – addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È così che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.

Pier Paolo Pasolini, "Ballata delle madri"
da Poesia in forma di rosa, Garzanti, Milano 1964.

giovedì, maggio 26, 2005

Una leggera brezza


Motivo Dalmata, 1950

"Il vento spazza via le cose, e l'uomo può soltanto esserne travolto. Avrei una bella pretesa se volessi sostituirmi al vento: ci riescono soltanto i grandissimi artisti, come Giorgione, Bellini, Picasso. Sono stati uragani che hanno cambiato il mondo della pittura, che lo hanno trasformato.
Quanto a me, mi accontenterei di essere ricordato come una leggera brezza."

Anton Zoran Music
Gorizia, 1909 - Venezia, 2005

giovedì, aprile 14, 2005

Tutto ciò ha senso

Scrive Terry Jones, regista, attore e Python:

"Un rapporto della commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani ha concluso che i bambini iracheni sotto il regime di Saddam se la cavavano meglio di adesso.
Questo è ovviamente un duro colpo per quelli di noi che, come George Bush e Tony Blair, sono onestamente convinti che i bambini stiano meglio quando gli facciamo cadere addosso le bombe, distruggiamo le loro città e mandiamo all'aria ospedali, scuole e centrali elettriche.
Ora sembra che, lungi dal migliorare la qualità della vita dei giovani iracheni, l'invasione dell'Iraq guidata dagli Stati Uniti abbia inspiegabilmente raddoppiato il numero di bambini sotto i cinque anni che soffrono di denutrizione. Sotto Saddam, circa il 4% dei bambini soffrivano la fame, mentre alla fine dello scorso anno erano l'8%.
Questi risultati sono tanto più avvilenti per quelli di noi che lavorano al Dipartimento per Migliorare le Condizioni dei Bambini in Medio Oriente Usando la Forza Militare, visto che anche i precedenti tentativi di Gran Bretagna e America per rendere la vita più facile ai bambini dell'Iraq si erano dimostrati deludenti. Per esempio, perfino la strategia di applicare le sanzioni più draconiane di cui vi sia memoria mancò di migliorare la situazione. Dopo l'imposizione delle sanzioni nel 1990, il numero di bambini morti sotto i cinque anni si moltiplicò per 6. Nel 1995 qualcosa come mezzo milione di bimbi iracheni erano morti in seguito ai nostri sforzi per aiutarli.
Un anno dopo, Madeleine Albright, allora ambasciatore degli Stati Uniti all'ONU, cercò di affrontare la cosa a testa alta. Quando un intervistatore televisivo commentò che in Iraq a causa delle sanzioni erano morti più bambini che a Hiroshima, la signora Albright diede la famosa risposta: "Noi pensiamo che sia valsa la pena pagare quel prezzo".
Ma evidentemente George Bush non era convinto. Così gli è venuta l'idea di bombardarli. E non semplicemente bombardarli, ma catturare e torturare i loro padri, umiliare le loro madri, sparar loro adosso ai posti di blocco. Ma pare che nessuna di queste cose abbia alcuna utilità. I bambini iracheni semplicemente si rifiutano di essere nutriti meglio, più sani e meno inclini a morire. È sconcertante.
Ed ecco perché noi del dipartimento chiediamo a tutti voi, gente, di darci delle idee. Se vi viene in mente qualche altra tecnica militare che finora abbiamo mancato di applicare ai bambini iracheni, vi preghiamo di farcelo sapere urgentemente. Vi assicuriamo che, con il nostro governo, non c'è limite al denaro che siamo pronti a investire in una soluzione militare ai problemi dei bambini iracheni.I bambini che attualmente vivono sotto la soglia della povertà saranno 3,6 milioni nel Regno Unito e 12,9 negli Stati Uniti, e non vi è alcuna possibilità che i nostri governi trovino il contante per mutare questa situazione. Ma di certo questo è un prezzo che vale la pena pagare, se significa che George Bush e Tony Blair potranno così investire in bombe, granate e proiettili per migliorare le vite dei bambini iracheni. Voi capite che tutto ciò ha senso".

domenica, aprile 03, 2005

A song

I had wanted a quiet testament
and I had wanted, among other things,
a song.
That was to be
of a like monotony.
(A grace
Simply. Very very quiet.
A murmur of some lost
thrush, though I have never seen one.

Which was you then. Sitting
and so, at peace, so very much now this same quiet.

A song.

And of you the sign now, surely, of a gross
perpetuity
(which is not reluctant, or if it is,
it is no longer important.

A song.

Which one sings, if he sings it,
with care.

Robert Creeley (1926-2005)

giovedì, dicembre 09, 2004

Aquile e balene

Sfogliando vecchi appunti ho trovato una frase di Herman Melville che mi piace molto, "I love all the men who dive", io amo tutti gli uomini che si tuffano, che vanno in profondità. E, parafrasando e riassumendo, prosegue così: tutti i pesci sono capaci di nuotare vicino alla superficie, ma ci vuole una balena per scendere giù per cinque miglia o più; e se non riesce a raggiungere il fondo non ci riuscirà neanche tutto il piombo di Galena.
Melville amava i tuffatori del pensiero, coloro che dalle origini del mondo non hanno fatto altro che tuffarsi per poi riemergere con gli occhi iniettati di sangue, tuffarsi e riemergere.
Mi rendo conto che questo corrisponde anche alla mia idea di vera scrittura, che dev'essere per forza correre rischi, affrontare fatiche, opporsi agli attriti: e per tanti che nuotano a filo d'acqua ce ne sono pochissimi altri che tornano su dal fondo con gli occhi arrossati. Melville, cantore di balene e di aquile - le aquile di montagna che anche gettandosi nelle gole più oscure volano più alte degli uccelli di pianura - era uno di loro.
Anch'io amo coloro che si tuffano.
Chissà cosa penserebbero gli oggetti della mia ammirazione sentendosi entusiasticamente catalogare come cetacei.

"Uomo, ammira dunque la balena e modella te stesso su di essa. Cerca anche tu di restare caldo in mezzo al ghiaccio. Vivi anche tu in questo mondo senza farne parte".
Herman Melville, Moby Dick

mercoledì, novembre 17, 2004

La lega dei dritti

E allora? Forse avevo frainteso... mi era sfuggito qualcosa... Ahimè che mai non ho capito del tutto gli inglesi, ho tirato a indovinare, capivo circa metà quando mi andava bene... Cosa altro mi avranno detto in tutti questi anni?
E intanto la parte più furba della società europea, la lega dei dritti, mafiosamente in marcia... Si capivano a gesti...

Luigi Meneghello, Il dispatrio

giovedì, novembre 11, 2004

Quando le cose finiscono

Quando le cose finiscono ormai hanno un loro numero e il mondo dipende allora dai suoi relatori, ma per poco tempo e non del tutto, non si esce mai del tutto dall'ombra, gli altri non finiscono mai e c'è sempre qualcuno per cui si racchiude un mistero. [...]
E quanto poco rimane di ogni individuo nel tempo inutile come la neve scivolosa, di quanto poco rimane traccia, e di quel poco tanto si tace, e di quello che non si tace si ricorda dopo solo una parte minima, e per poco tempo: mentre viaggiamo verso il nostro sfumare lentamente per transitare soltanto alla schiena o al rovescio di quel tempo, dove non si può continuare a pensare se non si può continuare a prendere commiato: "Addio risate e addio oltraggi. Non vi vedrò più, né voi mi vedrete. E addio ardore, addio ricordi".

Javier Marías, Domani nella battaglia pensa a me



(un paio di sere fa D. mi chiedeva come mai non avessi mai acceso la candela di Gerusalemme. Eccola.)

venerdì, novembre 05, 2004

Su questa terra

Hanno diritto su questa terra alla vita: il dubbio di aprile, il profumo del pane nell'alba, le idee di una donna sugli uomini, le opere di Eschilo, il dischiudersi dell'amore, un'erba su una pietra, madri in piedi sul filo del flauto, la paura di ricordare negli invasori.

Hanno diritto su questa terra alla vita: la fine di settembre, una signora quasi quarantenne in tutto il suo fulgore, l'ora di sole in prigione, nuvole che imitano uno stormo di creature, le acclamazioni di un popolo a coloro che sorridono alla morte, la paura dei canti negli oppressori.

Su questa terra ha diritto alla vita, su questa terra, signora alla terra, la madre dei princìpi madre delle fini. Si chiamava Palestina si chiama Palestina. Mia signora ho diritto, ché sei mia signora, ho diritto alla vita.

Mahmud Darwish

giovedì, ottobre 28, 2004

Fine pomeriggio, poesia

I find it very difficult to enthuse
Over the current news.
Just when you think that at least the outlook is so black that it can grow no blacker, it worsens,
And that is why I do not like the news, because there has never been an era when so many things were going so right for so many of the wrong persons.

Ogden Nash, "Everybody Tells Me Everything"

lunedì, ottobre 18, 2004

Lunedì, poesia

Strange to know nothing, never to be sure
Of what is true or right or real,
But forced to qualify or so I feel,
Or Well, it does seem so:
Someone must know
.

Strange to be ignorant of the way things work:
Their skill at finding what they need,
Their sense of shape, and punctual spread of seed,
And willingness to change;
Yes, it is strange,

Even to wear such knowledge – for our flesh
Surrounds us with its own decisions –
And yet spend all our life on imprecisions,
That when we start to die
Have no idea why.

Philip Larkin, "Ignorance"

mercoledì, ottobre 06, 2004

Dacci oggi il nostro panino quotidiano

Lo dicono gli "scienziati britannici dell'università di Oxford": il miglior afrodisiaco è un sandwich con fichi, miele, ricotta e arancia. La "scienza" applicata al panino ha infatti individuato cinque combinazioni-tipo per affrontare i diversi momenti della giornata. Mele e burro d'arachidi vanno bene per la palestra, pollo tikka e salsa di mango per le riunioni di lavoro, tonno affumicato e crema di formaggio per dormire bene, mentre cioccolato e banana sono ok per i postumi di una sbronza. È possibile che in questo momento i miei neurotrasmettitori abbiano bisogno di un po' di curry, ma qui non siamo molto lontani dalla fede nelle virtù rinfrancanti e corroboranti di una buona cuppa tea.
Trinity College - Barbara Pym* 1-1.

*Che fa dire a uno dei suoi personaggi: I'm not one of those excellent women, who can just go home and eat a boiled egg and make a cup of tea and be very splendid, but how useful it would be if I were!

sabato, giugno 19, 2004

Indubbiamente la frase del giorno

"Mi è rimasto un solo occhio sano, imbecille. Per fortuna l'hai mancato, così ora avrò il destro ancora più bello di prima".
David Bowie, dopo essere stato colpito a un occhio da un lecca-lecca durante un concerto.

lunedì, maggio 31, 2004

Since the majority of me


Since the majority of me
Rejects the majority of you,
Debating ends forthwith, and we
Divide. And sure of what to do

We disinfect new blocks of days
For our majorities to rent
With unshared friends and unwalked ways,
But silence too is eloquent:

A silence of minorities
That, unopposed at last, return
Each night with cancelled promises
They want renewed. They never learn.

Philip Larkin